gen 18, 2024
Prodotti per l’infanzia: la guida pratica di Junker per differenziarli correttamente
Che sia maschio o femmina, l’arrivo di un bebè in casa è sempre fonte di gioia e di… grandi cambiamenti! Da un giorno all’altro, l’organizzazione familiare muta per adeguarsi ai ritmi e alle esigenze del nuovo arrivato, trasformando ogni aspetto della precedente gestione domestica. Bidoni della differenziata compresi!
Anche le mamme e i papà più esperti e sensibili nei confronti dell’ambiente si ritrovano d’un tratto alle prese con nuove sfide, che talvolta assumono la forma di prodotti mai acquistati prima, i quali, a un certo punto del loro ciclo di vita, devono essere smaltiti. Sì, ma come?
In questa guida Junker app ha raccolto i prodotti per l’infanzia più comuni e, allo stesso tempo, più infidi per la raccolta differenziata. Leggetela fino in fondo e mettetevi alla prova: scommettiamo che qualche errore lo abbiamo commesso tutti, almeno una volta?
Ciuccio
Non essendo un imballaggio, quando avrete bisogno di gettarlo via – perché il piccolo sarà ormai cresciuto o il ciuccio si sarà, per qualche ragione, rovinato – non esitate un istante: il bidone giusto è quello del secco residuo!
Biberon
Anche in questo caso, non abbiate dubbi. Che sia di plastica o di vetro, la sorte del biberon non cambia: finisce dritto nel secco residuo, completo di tettarella. Il motivo è semplice: anche il biberon, come il ciuccio, non è un imballaggio e, dunque, secondo la normativa italiana, non può essere differenziato.
Fialette per lavaggi nasali
I bambini imparano solitamente a soffiarsi il naso da soli intorno ai 2 anni. Fino ad allora, ogni qual volta (e saranno tante!) prenderanno un raffreddore, dovrete aiutarli voi a liberarsi il naso per respirare meglio, utilizzando della soluzione fisiologica. La scelta più sostenibile in termini ambientali ed economici è sicuramente quella di acquistare un flacone grande in vetro, dal quale prelevare, al bisogno, un po’ di soluzione da spruzzare nel naso con una siringa privata dell’ago. Se tuttavia, magari perché vi trovate fuori casa, preferite usare delle fialette monouso, sappiate che, una volta esaurite, la bottiglietta va conferita nella plastica. La confezione esterna, invece, va solitamente di carta.
Pannolini
Un neonato necessita di essere lavato e cambiato tra le 6 e le 10 volte al giorno. Se scegliete di acquistare i tradizionali pannolini usa e getta, in breve tempo dovrete quindi fronteggiare una montagna di rifiuti, la cui destinazione finale è il bidone del secco residuo. Attenzione, però. Verificate sempre le disposizioni del vostro Comune, perché, per far fronte alle esigenze di bambini piccoli, degenti e anziani, in diversi territori è attivo un servizio di raccolta aggiuntiva, dedicato proprio ai rifiuti igienici assorbenti.
Una valida alternativa per tenere sotto controllo la propria impronta ecologica e, allo stesso tempo, ridurre il rischio di allergie e irritazioni per la delicata pelle dei neonati, è quella di acquistare pannolini biodegradabili o compostabili. Quelli certificati compostabili andrebbero teoricamente conferiti nell’organico. Ma attenzione: nella pratica, la maggior parte degli impianti di compostaggio in Italia non li accetta, per ragioni strutturali di funzionamento degli impianti stessi. Di conseguenza, l’indicazione più diffusa tra i Gestori di igiene urbana è di gettarli nel secco residuo. Per evitare errori, verificate sempre col vostro Comune.
Vasetti per omogeneizzati
Se avete già raggiunto la fase dello svezzamento, questo tipo di imballaggio sarà il vostro pane quotidiano. Niente paura, però, perché con un po’ d’attenzione differenziarlo correttamente sarà un gioco da ragazzi: il vasetto va nel vetro, il tappo nei metalli, mentre la fascetta esterna finisce dritta nella carta.
A proposito, sapevate che non è necessario lavare gli imballaggi prima di differenziarli? Basta solo svuotarli, eliminando i residui più evidenti. In questo modo risparmierete tempo e – soprattutto – acqua preziosi!
Il consiglio in più: non gettate via tutti i vasetti. Lavateli in lavastoviglie e conservatene un po’, perché vi torneranno utili. Sono infatti un vero jolly di riuso e riciclo, anche creativo!
Giochi
Non importa quanta attenzione ci si metta nella scelta del prodotto di maggiore qualità. Più sarà amato, più possibilità ci sono che un giocattolo si romperà! Quando tutti i tentativi di ripararlo saranno falliti, non indugiate oltre e rivolgetevi sicuri verso il bidone del secco residuo. I giochi, infatti, non sono imballaggi e non possono essere differenziati.
Tenete a mente due sole accortezze: 1) Se sono troppo ingombranti per il bidone della raccolta domestica, vanno portati al centro di raccolta. 2) Se contengono parti elettroniche, vanno invece conferiti insieme ai RAEE (Rifiuti di Apparecchi Elettrici ed Elettronici). Non prima, però, di aver tolto eventuali batterie, che dovranno essere raccolte separatamente.
Salviettine umidificate
Non ci gireremo intorno: le salviette umidificate sono l’incubo di ogni ambientalista. Hanno tempi di degradazione lunghi, il loro processo di produzione prevede trattamenti chimici piuttosto impattanti, possono mettere a rischio la vita acquatica e provocare grossi danni al sistema fognario e di depurazione. Per questo sono incluse nella Direttiva europea per la riduzione della plastica monouso, insieme ad altri prodotti il cui uso andrebbe limitato.
Tuttavia, sappiamo bene che in determinate situazioni, quando non avrete dell’acqua a disposizione, vi troverete inesorabilmente costretti a usarle. Quindi sappiate che si gettano nel secco residuo (mai, assolutamente mai nel wc!). La confezione, una volta vuota, andrà invece nella plastica.
Flaconi vuoti
Per il bagnetto e l’igiene del neonato si usano prodotti specifici, venduti in confezioni di vario genere. Solitamente i flaconi sono di plastica e vanno, quindi, conferiti insieme agli altri imballaggi di plastica. I vasetti delle creme, invece, vanno generalmente differenziati nel vetro. Per il resto, basta ricordarsi due semplici regole. 1) Qualunque sia la confezione, l’importante è che sia svuotata del suo contenuto. Se invece vi sono ancora dei residui di prodotto non più utilizzabile, perché aperto da troppo tempo, va nel secco residuo. 2) Se l’imballaggio che avete tra le mani è composto da parti di materiali diversi, non perdete tempo prezioso e soprattutto non rischiate di farvi male! Rimuovete solo ciò che è facilmente asportabile manualmente, come il tappo ad esempio. La vostra differenziata sarà ugualmente perfetta!
Confezione del latte artificiale
L’abbiamo lasciata per ultima di proposito, perché – come giustamente non si stancano di ripetere i pediatri – l’allattamento al seno è sempre l’opzione da preferire. Qualora tuttavia, per ragioni di salute, non sia possibile praticare un’alimentazione esclusiva con latte materno, è bene sapere come differenziare correttamente anche questo tipo di imballaggio, che, essendo composito, può riservare qualche tranello. La scatola esterna è solitamente di carta: fin qui nessun problema! Il sacchetto interno, di colore argentato, è un poliaccoppiato a prevalenza plastica e, dunque, va conferito nella plastica. All’interno della confezione trovate poi un misurino in plastica: non è un imballaggio e va quindi nel secco residuo.
Alcuni brand scelgono per il packaging del proprio prodotto una confezione richiudibile in acciaio: in questo caso il barattolo andrà conferito insieme ai metalli, avendo cura di separare il coperchio, che andrà invece nella plastica.
Per fugare ogni dubbio, ricorda sempre che puoi scansionare il codice a barre del prodotto con Junker app e avere in tempo reale la scheda completa con tutte le indicazioni di conferimento, geolocalizzate e validate per il Comune in cui ti trovi.